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La mail a freddo: la nuova frontiera della lead generation

Con l’avvento dell’intelligenza artificiale e delle automazioni presenti nel CRM mi capita sempre più spesso di ricevere mail a freddo.

Praticamente funziona che la mia mail, che indubbiamente è visibile e pubblica sul mio sito o su qualche social, venga scratchata da programmi di agenzie che poi inseriscono automaticamente un funnel di contatto. Questo ultimamente succede anche su Linkedin.

Personalmente è una pratica che non adoro. Tu automatizzi il processo e mi mandi 4 o 5 mail a distanza di una settimana l’una. 

Non sarebbe più semplice provare a chiamarmi in azienda, presentarti e capire se sono interessato?

È chiaro: quanto tempo dedicherei a chiamare un database di 100 contatti? Con le mail a freddo ci metto 5 minuti con una NL automation, con le call a freddo un mese.

Ma come faccio a sapere se l’interlocutore ha visto, interagito, cliccato con consapevolezza sulla mail?  Tu mi risponderai: “è pieno di tool che controllano queste iterazioni”.

Corretto.

Personalmente mi piace stabilire il contatto umano, non dico che la strategia mail a freddo sia da evitare, anzi, ma implementerei in parallelo un’attività di telemarketing.

Secondo me, anche se sembra obsoleta è ancora una pratica che, se fatta bene, può generare risultati.

In che modo tu usi le mail a freddo? Hai automatismi o CRM che lavorano per te?

 

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